Otre sazia, dai sette ingravidata.
Lesto sfiato di zampogna suonatrice di fischiata.
Ciaramellaro soffiatore d’ogni tempo
di Eolia o Lipari il convento.
Maestà nell’arcipelago teneteli buoni
pè paura di danni e distruzioni.
Siculi cavalli confinati la dal continente
dai tempi dei tempi pè sfizio impertinente.
Bizzarri destrieri, liberi a briglia sciolta
allontanaste il trinacria di mano storta.
Nell’eterna pelle sigillata, prigionieri scalpitanti
d’ogni via, canti d’ urla mulinanti.
Già prima,dubbiosi, d’Itaca marinari
l’ombelico, sturato hanno sui sette mari.
In pari tempo non v’è occhio per sbirciare
né mano giusta l’incorpore palpare.
A tal mistero, inchino regale pe onorarvi
Stranezza vole che si sa come chiamarvi.
Nelle notti ei dì, scorazzante da settentrione
Schiumeggia il mare, a Borea piegasi il pennone.
Ti s’ aspetta da ponente, melissato a primavera
delizioso Zefiro, sibilo d’amore d’una capinera.
Alba di vita sorgente dal levante
Da li, asciutto o furioso, Euro è imperversante.
Da meridione in loco giungi fievole
dal lontano Ostro, tocco carezzevole.
Unico custode di cangiante buffo del soffiatore
dinastia Eolica amorevole curatore.
Doppio di quattro con altro doppio su tutto il fronte
stella in mezzo all’ altre quattro punte.
D’otto cardinali il nesso comincia a mezzogiorno
Ruggente tempo, natio punto a cui sempre torno.
Afa scirocca del mezzo dì orientale
fornace di ghibli sullo stivale meridionale.
Gelido tagliente aere, respiro del nord oriente,
Ellenica membranza timore riverente.
Urlante, sferzante, Maestro prorompente
coda di manica a sud d’oriente.
Connubio d’acqua, ribollio marino,
Turbine di libeccio indomo, vento malandrino.
Eccellente comandante, governa l’aere sul mondo,
sii calmo, mite, non iracondo.
Fiata sempre e quando vuoi
Risparmiandoci i giorni dei nervi tuoi.
lunedì 26 gennaio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento